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Il colore oro. Piccola storia del colore più prezioso.

Il colore è “una costruzione culturale complessa” e soprattutto un “fatto”, un “fenomeno sociale”, sostiene Michel Pastoreau studioso francese che al colore ha dedicato molta parte dei suoi lavori accademici.
Questo significa che sarebbe sbagliato parlare degli usi e dei valori simbolici dei colori in modo assoluto.

Lungo le epoche storiche i colori sono stati percepiti, classificati, utilizzati in modi diversi. Sull’uso dei colori hanno pesato costumi, leggi, oltre che fattori tecnici e pratici, come quelli inerenti la tintura delle stoffe e la disponibilità dei pigmenti. Anche le concezioni nel percepire, classificare, spiegare scientificamente il colore hanno inciso sul rapporto degli uomini con i colori. Per questo la storia dei colori è tanto affascinante. Inauguriamo con questo post una piccola rubrica sui colori, partendo dal più nobile e regale, l’oro.

L’oro nella storia e nel mito

L’etimologia della parola oro già spiega molte cose. Il latino aurum sarebbe collegato a un’antica radice indoeuropea con il significato di ardere, splendere. E dunque l’oro è associato in molte culture al sole, alla luce e dunque al divino. E del resto è il colore del metallo più prezioso e inossidabile, l’oro appunto, che per secoli è stato moneta di scambio. Anche oggi l’oro è bene di rifugio e le banche degli stati continuano a conservare riserve auree, anche se non corrispondono più alla totalità del denaro circolante.

Nei secoli l’oro ha riempito le storie, i miti e le parabole religiose del mondo occidentale e non solo. Dal mitico re Mida che trasformava tutto in oro, al vello d’oro biblico. Dalle mele d’oro del giardino delle Esperidi – dono di Era a Zeus – all’arca dell’alleanza dorata. Ma come non ricordare l’oro dei sarcofaghi egizi, prerogativa del faraone? Anche le statue greche, che oggi sono per noi l’emblema del bianco scultoreo, erano ricoperte di colore e pare che fossero ricoperte proprio d’oro quelle del Pantheon. La valenza simbolica dell’oro è altalenante nel mondo occidentale: da simbolo di prestigio, onore, valore, a emblema di ciò che è profano e dell’eccesso nell’abbandono ai valori terreni.

L’oro nella storia dell’arte

L’oro in pittura era ricavato dal metallo stesso, reso in foglia d’oro che poi veniva fissata con sostanze naturali. L’oro è simbolo non solo di regalità, ma di santità e spiritualità nelle icone bizantine. E i fondi tutti d’oro costellano l’arte del medioevo.

Nel corso del tempo l’uso del colore oro si è rarefatto, con l’avanzare di una pittura più realistica, dai colori naturalistici. Ma l’oro si affaccia alla storia dell’arte anche in epoca moderna, come nei quadri di Gustav Klimt o nei più recenti esempi contemporanei dell’arte orafa di Giò Pomodoro o dell’installazione pop di Maurizio Cattelan al Guggenheim.

Il colore oro nella stampa

Negli usi più quotidiani, nella moda, nella pubblicità e nella stampa, il colore oro porta con sé la sua storia nella percezione che ne abbiamo. Per questo continuiamo ad associarlo a eleganza, preziosità, raffinatezza, quando non a lusso ed esclusività.

La stampa del colore oro è tradizionalmente fatta con la stampa in rilievo a caldo, ancora valida per prodotti di particolare pregio, come il packaging di cosmetici o pregiate copertine cartonate. Per gli altri utilizzi, c’è la stampa digitale che permette una resa di ottima qualità del colore oro su prodotti come loghi, carte intestate, biglietti da visita, brochure, cartoline. Quando si tratta di comunicare marchi, prodotti o messaggi in cui l’oro diventa lo specchio cromatico di eleganza e valore, allora la stampa digitale in oro è la soluzione ideale!